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Appennino bolognese: dal bosco di Poranceto al Lago Brasimone

#diariomontano38

Fino a quando questo autunno ci regalerà dei weekend di bel tempo, ma anche solo senza piogga, e finché non ci chiuderanno in casa con la forza, credo che continueremo ad esplorare le montagne dell’appennino Bolognese.

Oggi andiamo a vedere cosa c’è nel bacino dei laghi di Suviana e Brasimone, situato nel basso appennino bolognese, e nello specifico, proprio nei dintorni del Brasimone. Partiamo dal bosco storico di castagni di Poranceto e arriviamo al Lago Brasimone. Una passeggiata comoda, non impegnativa, adatta a tutti. Una passeggiata però molto colorata in questo periodo, e che ci riserva anche un’inaspettata bella sorpresa.

Poranceto
Lago Brasimone

DifficoltàFacile
Tempo di percorrenza3h (con bimba al seguito)
Dislivello in salita180 metri
Sentieri011, 155 Carta 05 BO Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone 1:25.000

Lasciamo la macchina a Poranceto nel parcheggio allestito dal museo del bosco, all’interno di un castagneto secolare che attraversiamo arrivando. Da Bologna ci vuole un po’, non tanto perché sia distante in termini assoluti, quanto perché le strade che portano fin qui sono bislacche. Inoltre Maps ama suggerire varianti a dir poco discutibili che dovrebbero far risparmiare tempo ma poi accade sempre che si trova il signore attempato sulla Panda che fa i 20… Insomma, un consiglio: fate l’autostrada.

Lago Brasimone Earth
Se a qualcuno interessa, solo per questa volta, ho una traccia GPX

Informazioni utili: il Bosco di Poranceto

Il bosco di castagni secolari si stima sia risalente almeno a 700 anni fa e testimonia l’economia di sfruttamento della castagna diffusa in tutto l’Appennino. All’interno del castagneto è presente il Museo del Bosco, un centro visita del parco incentrato sulla vita e lo sfruttamento dei boschi di castagne, con particolare attenzione alla fauna che vi si trova. Nei pressi si trova anche una foresteria con possibilità di alloggio e ristorante.

Bosco di Poranceto
Alberi belli e dove trovarli

Verso il Lago Brasimone

Dal parcheggio prendiamo il sentiero che sale lungo la strada, segnato col numero 011, che conduce prima in mezzo al piccolo borgo di case di Poranceto e poi lungo i campi, diventando un tratturo. Se non avete la carta brutte notizie, non c’è più sul sito di Enteparchi, quindi la trovate nelle case del parco, nelle librerie di zona, nei negozi di articoli per la montagna e online qui.

La traccia è inizialmente in salita, per raggiungere la sommità di una collina, poi prosegue più dolcemente al margine dei campi, tra piccole macchie di vegetazione e querce solitarie che cominciano ad ingiallire. Abbiamo trovato fango, in alcuni tratti, nonostante non fosse piovuto di recente, quindi è bene fare un po’ di attenzione.

Sentiero al margine dei campi
Respiriamo verde

Il sentiero prosegue in salita ancora per un breve tratto e poi raggiunge un bivio, al margine di una collina, ben segnalato. Noi prendiamo il sentiero che scende sulla destra, mentre a sinistra è indicata la località Zanchetto e il Monte Baigno.

Bivio per Zanchetto e Lago Brasimone
Cartelli fotogenici

Da qui la discesa è costante, in un sentiero che si infrasca tra i campi da un lato ed il torrente dall’altro. Notiamo sul terreno innumerevoli tracce di animali selvatici: cervi, caprioli, cinghiali… qui sulla carta c’è un tripudio di bestie.

Dopo aver percorso diverse centinaia di metri, arriviamo ad un altro bivio, quando ormai non manca molto al lago. Decidiamo quindi di prendere il sentiero 155 che si stacca sulla destra e si addentra nella faggeta, dopo aver superato il torrente.

Faggeta sopra il Lago Brasimone
Faggete, vi amo

Nella faggeta sopra il Lago

Facciamo questa deviazione un po’ per allungare il brodo, un po’ perché le faggete sono sempre un richiamo per me irresistibile. Il sentiero che abbiamo preso sale un pochino sulle pendici della collina e poi spiana, percorrendo in pari quasi tutto il tragitto.

Ed è proprio qui che, mentre scopriamo funghi di ogni varietà possibile che spuntano dalle foglie secche, arriva la bella sorpresa. Un branco di cervi che si sposta velocemente nel bosco, sotto di noi. 

Li sentiamo, prima di vederli: fanno davvero un gran baccano. Sono almeno una decina di individui, decisamente maestosi, e chiude la fila proprio un grosso maschio con il palco di corna. Il tutto dura una manciata di secondi, e in breve sono scomparsi. Nessun margine per fare foto, ovviamente. Restano però nella memoria come un incontro tra i più emozionanti.

Il Cimone visto dallmontagne del Lago Brasimone
Una bella vista, così, gratis

Proseguiamo. Ancora qualche metro, poi il sentiero inizia a scendere e arriva al margine di un campo, con una grossa casa da contadino. Siamo in località Barbamozza, indicata anche sulla carta. Da qui scendiamo lungo il bordo del campo fino a rientrare brevemente nel bosco prima di approdare su una strada asfaltata.

Al Lago Brasimone

Prendiamo la strada dirigendoci verso sinistra: il sentiero è segnato ancora col numero 155 ed è proprio sulla strada. Non è chiusa al traffico ma è aperta, quindi attenzione.

In breve si arriva ad un bivio con un parcheggio e una casa con un ponticello sul fiume. Noi continuiamo sempre sulla sinistra e in qualche minuto arriviamo al lago, proprio al margine della centrale dell’Enel.

Il Lago Brasimone
Un po’ a corto di acqua

Info

Il Brasimone è un bacino artificiale costruito nel 1911 per l’alimentazione della linea ferroviaria Bologna-Pistoia, insieme ad altri tre bacini, come Suviana. Ancora oggi fornisce energia idroelettrica tramite la centrale di Santa Maria ed è per questo che le sue acque vengono regolate artificialmente e può capitare di trovarlo semivuoto.

Lungo le sue sponde c’è anche un centro di ricerca nucleare costruito negli anni ’70, che doveva ospitare un reattore nel progetto di ricerca italo-francese sui reattori nucleari veloci al sodio. Ovviamente il progetto non fu realizzato, ma il centro di ricerca, che si chiama Centro Ricerche Brasimone dell’ENEA, è una struttura all’avanguardia con all’attivo diversi progetti europei e internazionali, sullo sviluppo di nuove tecnologie energetiche.

Prati nei pressi del Lago Brasimone
Prati ottimi per mangiare

Percorriamo ancora qualche metro, lungo la strada del lago, fino a trovare un comodo posto per fare picnic. Scegliamo un prato tagliato di fresco, verde e asciutto, proprio dietro la strada, con vista sul lago.

Dopo il frugale pasto, ci concediamo qualche minuto di siesta al sole e poi ripartiamo per tornare a Poranceto. Facciamo un piccolo anellino, però, e prendiamo un altro sentiero.

Risalita a Poranceto

Teniamo sempre il 155 che si stacca a destra sulla strada del lago, nei pressi di un piccolo parcheggio, e che prosegue in decisa salita su strada asfaltata, ben segnalato.

In breve il sentiero esce dalla strada sulla sinistra e si inoltra nella vegetazione, arrivando al bivio imboccato al mattino, dove ritroviamo la traccia 011 che avevamo lasciato per ripiegare nella faggeta. Saliamo diritti e siamo di nuovo sui passi già percorsi.

Panorama appenninico
Le ombre si distendono, scende ormai la sera…

Saliamo quindi nuovamente fino al bivio con i cartelli per Zanchetto e torniamo nei campi con le belle querce solitarie, fino a raggiungere nuovamente Poranceto, dove ci fermiamo una mezzoretta tra cartelloni esplicativi e alberi. 

Di fronte ad una delle case del parco c’è anche un gioco in cui si possono simulare le impronte degli animali in un tavolo coperto di sabbia. Unico neo, non è coperto, quindi con la sabbia bagnata si va poco in là. Però la Tata ha gradito lo stesso.

Quercia nei campi
La compagnia si allunga

castagni sono veramente bellissimi: molti sono cavi e ci si può entrare dentro, e sono talmente larghi che non bastano 3 persone per circondarli. Ci perdiamo un po’ nel sottobosco e facciamo le foto alla luce radente del tramonto, prima di tornare in macchina.

Anche oggi l’abbiamo portata a casa nel migliore dei modi possibile.

Bosco di Poranceto
Le castagne però erano finite

Tempistiche

Impieghiamo circa 3h per tutto il giro, grossomodo 2h per arrivare al lago facendo il giro largo, e un’oretta per il rientro. Avevamo anche la Tata, che come è noto, cammina ma poi a un certo punto si stanca e vuole andare in spalla. Finché cammina, si va piano piano. Quando va in spalla, si guadagna un’andatura normale. Quindi, sbilanciandomi, direi che tutta la bazza si fa in 2h scarse, senza bambini urlanti.

Visto? Questa volta niente Madonna. Però c’era eh, a pochi chilometri. Anche se non è poi così comodo, vista la tipologia delle strade e dei frequentatori. 

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