#diariomontano33
Avete un posto, meglio se in montagna, che quando vedete vi scatena la gioia nel cuore? Uno di quei luoghi dove cercate sempre di passare ogni volta che ne avete l’occasione, anche se siete distanti, anche se c’è da fare fatica, anche se per andarci vi dovete fare ore di macchina?
Il mio posto del cuore è, per ragioni che non saprei spiegare, il Col di Lana, ma non necessariamente nella sua ascesa. Mi basta vederlo anche da lontano. E il Col di Lana si accompagna sempre ad altri panorami ben più impressionanti che sì, questi davvero, ogni volta che capita di vederli, mi scatenano la gioia. Parlo delle Tofane e del Lagazuoi, nelle Dolomiti d’Ampezzo. E non c’è posto migliore per ammirarle della forcella Averau e delle Cinque Torri.
1: dal Fedare allo Scoiattoli
Rifugio Fedare
Rifugio Scoiattoli
Difficoltà | Facile |
Tempo di percorrenza | 2h30 (4h15 con la bimba) |
Dislivello in salita | 160 metri (altri 410 se salite a piedi dal Fedare) |
Sentieri | 439, 464 Carta Tabacco 03 Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane 1:25.000 |
Rifugi | Rif. Averau, Rif. Scoiattoli |
Informazioni tecniche
Abbiamo la cinna, saliamo in seggiovia dal Fedare, che si trova sulla strada del Passo Giau da Colle Santa Lucia, perché alloggiamo in Val Fiorentina e questo è il modo più facile per approcciarsi alla valle del Falzarego. Vi devo avvertire però che tutti gli impianti del gruppo Cinque Torri costano uno sparo: una vecchia seggiovia biposto scalcagnata costa quanto la funivia del Lagazuoi, quindi prendete le dovute misure. Noi siam saliti così perché 400 metri di dislivello con la bimba in spalla non era cosa, ma se potete, fateveli che il 464 è un bel sentiero.
Verso il Rifugio Scoiattoli
Si sale agili, dicevamo. In pochi minuti siamo su alla forcella Averau e davanti a noi si apre il mondo. Una nuova installazione del museo all’aperto della Grande Guerra, con grandi pannelli esplicativi che raccontano le manovre belliche, ci spiega cosa stiamo guardando, anche se ben lo sappiamo: davanti a noi si ergono in tutta la loro maestosità il Lagazuoi, le Tofane con i classici cappellini di nuvolette che quasi sempre le accompagnano, e sotto le Cinque Torri, nel loro altipiano assolato e comodo da raggiungere. Quella sarà la nostra meta per oggi.

Scendiamo dunque, su quel sentiero che è quasi un’autostrada pedonale, il 439: largo, in discesa, con diverse varianti. Scende infatti accanto e sopra una delle piste del comprensorio ampezzano delle Cinque Torri. Il sentiero si farebbe agilmente in 40 minuti, forse meno, ma con la bimba per mano impieghiamo circa 1h e 45, tra soste, raccolte di sassolini, fiorellini che spuntano e foto altamente scenografiche che finiranno sul desktop come nuovi sfondi e screensaver. La giornata è splendida e anche se ci sono millemila persone, non mi farò certo rovinare la gioia delle mie montagne preferite.

Quando arriviamo allo Scoiattoli è ancora abbastanza presto per potersi scegliere con agio una location adeguata nel prato che sia ragionevolmente in pari e non troppo distante dal rifugio, che invece è già pieno. Qui infatti arriva anche la seggiovia dal fondovalle, pertanto la massa di gente è tanta.
Ci assettiamo e consumiamo il nostro pasto un po’ in anticipo, anche se prolunghiamo il momento con un paio di fette di torta raccattate al rifugio, e intanto ci guardiamo intorno: siamo abbastanza vicini alla partenza dei sentieri per il giro delle Cinque Torri, un comodo itinerario che attraversa le trincee e le postazioni della guerra nel comando italiano, posto proprio qui.
Brandelli di storia
Si è già disquisito della questione guerra sul fronte del Lagazuoi qui, ma ricordo sempre molto volentieri i fatti salienti. Alle Cinque Torri c’era il comando italiano (ci venne anche il re in visita) e avevano portato quassù un grosso cannone, che doveva servire a spazzare via un po’ di austriaci dalle postazioni del Valparola e del Falzarego (e infatti ha fatto un bel po’ di danni). Hanno creato di recente un bell’itinerario intorno alle montagne con le trincee ricostruite e tante cose carine da vedere, soprattutto coi bambini. Tutte le info le trovate qui.

Ritorno
Appena la bimba mostra desiderio di sgambare, ci avviamo sulla via del ritorno: la prendiamo in spalla per le salite e risaliamo per il 439 da dove siamo venuti, fino a forcella Averau. Qui ci concediamo una sosta caffè, prima di ripartire. La Tata ha avuto modo di appisolarsi in spalla una mezzoretta e adesso è carica a balestra, quindi decidiamo di scendere a piedi per il 464, che ci riporterà al Fedare.

Il sentiero è comodo e largo, in costante discesa. Il monte Pore ci sta dinnanzi e ci fa venire voglia di tenercelo buono per una prossima gita, quando la bimba sarà più grande. È un altro di quei monti nudi, senza rifugio e senza facilitazioni per la salita, come piace a noi, che a guardarlo fa tanto Col di Lana. Ce lo segnamo.

Giunti più o meno a metà discesa, forse qualcosa in più, raggiungiamo un gruppo di baite meravigliose, collocate abbastanza distanti dalla linea della seggiovia e non ancora in vista della strada, nella cornice imponente delle creste del Nuvolau. Ci fermiamo a fare merenda davanti alla baita più grande, chiusa. Ci sono anche un paio di fontane di legno nuove, bellissime. Un paradiso. Tumulatemi qui.

Infine ripartiamo e in mezzoretta raggiungiamo il rifugio Fedare, con la bimba in spalla poiché ormai aveva dato tutto nella parte alta della discesa. Siamo decisamente soddisfatti del giro e soprattutto di tutto il bel mondo che abbiamo visto.
Tempistiche
Per la discesa impieghiamo 1h45 ma in parte abbiamo fatto camminare la bimba, quindi toglierei almeno mezz’ora dal conto.
2: dal Magistrato alle Acque al Nuvolau
Ex Bar Magistrato alle Acque
Cinque Torri
Rifugio Nuvolau
Difficoltà | Media |
Tempo di percorrenza | 2h30 (solo andata) |
Dislivello in salita | 600 metri |
Sentieri | 440, 439 Carta Tabacco 03 Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane 1:25.000 |
Rifugi | Rif. Averau, Rif. Scoiattoli, Rif. Nuvolau |
In anni più liberi da fardelli parlanti, con i soliti amici, si andò a fare un giro agile ma di grande impatto, fino in cima al Nuvolau. Allora non era ancora l’autostrada che è adesso, ma già c’era del fitto. Si partiva dalla Val Badia (che tempi) pertanto il giro sulla carta prevedeva la solita partenza comoda dal Magistrato alle Acque, come per la Travenanzes.

Salita alle Cinque Torri
Il sentiero, che parte dal lato opposto della strada e si prende “guadando” una specie di area paludosa con diversi torrenti che scorrono nel prato, superabili su alcuni ponticelli, è il 440. Comodo, agile, subito si infila nel bosco e sale con costanza ma senza stancare troppo. A tratti appaiono sulla destra le rocce degli altopiani dell’Averau, che da sotto paiono imponenti, mentre si continua a salire verso la forcella Averau, e usciti dal bosco, si avvistano le Cinque Torri che spuntano come funghi dal prato.

Infine si arriva nella vallata che porta al rifugio Scoiattoli, e qui decidiamo di fare una sosta sotto le Torri per guardarcele bene da vicino. Facciamo anche un tratto del sentiero di guerra, fino alle prime postazioni coi manichini in posa bellica, poi ripartiamo.

Tempistiche
Ci abbiamo messo 1h30 ad arrivare allo Scoiattoli, il giretto intorno alle torri non è compreso. Tuttavia per avere un’idea dei tempi, per fare il giro completo ci vogliono quasi tre ore, mentre se vi accontentate del primo tratto basta una mezzoretta.

Verso il Nuvolau
Prendiamo il sentiero 439 che porta alla forcella Averau e in breve siamo su: il rifugio è abbastanza affollato, quindi proseguiamo con decisione verso il Nuvolau. Quest’ultima parte di sentiero è più stretta e abbastanza pendente, con tratti molto scenografici in cui si cammina sulla cresta. In realtà non è per niente pericoloso: non è esposto ed è assolutamente fattibile, senza tratti attrezzati.
Tra forcella Averau e Nuvolau ci sono circa 150 metri di dislivello, presi tutti sul costone riparato del monte. Arrivati su, il rifugio si presenta parecchio affollato ma molto bello, in legno, abbarbicato sulla roccia con un tavolato a mo’ di dehor. Non c’è altro spazio però, e lo struscio è abbondante. Certo, quelli non erano tempi di Covid, ma le folle ci hanno sempre infastidito. Decidiamo quindi di mangiare in fretta e poi scendere, per prendere il caffè altrove. Le alternative non mancano di certo.

Tempistiche
Dalla forcella Averau al rifugio Nuvolau abbiamo impiegato circa 1h. Su al rifugio c’è parecchia mossa sempre: un po’ perché è facile il sentiero che sale dalle Cinque Torri o dal Fedare, un po’ perché dall’altra parte, cioè dal passo Giau, c’è l’attacco di una ferrata abbastanza corta e tra le più facili che si possano fare, perciò immagino che ci sia del fitto anche lì.
La discesa è per lo stesso sentiero dell’andata. Niente giri ad anello purtroppo per noi. Ma ne è valsa la pena comunque.

Ben due alternative oggi, direi che ci possiamo accontentare. Se volete leggere altro vi lascio qualche idea.
Dentro le Dolomiti di Sesto: alla Forcella Undici

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